La Cucina nell’antica Roma
Attraverso lo studio dell’alimentazione delle varie civiltà si può comprendere anche la loro storia.
La cucina romana inizialmente utilizzava alimenti di origine vegetale (farro, orzo e legumi).
Nel III secolo a.C venne introdotto il pane e nel IV secolo a.C. la carne bovina, grazie agli allevamenti dei bovini, che si affiancavano a quelli di pecore, capre, polli e oche. Inizialmente i costumi chiedevano un rapporto con il cibo sobrio, ma nell’epoca imperiale il cibo diventa ostentazione di potere e i cibi vengono elaborati con l’uso di spezie, salse (es. il Garum ottenuto dalla fermentazione delle interiore di pesce azzurro) e i mosti d’uva. Famoso è il De Re Coquinaria di Apicio, un’opera in dieci libri che tratta la manipolazione e trasformazione dei cibi. Va poi distinta l’enorme differenza fra la cucina povera, riservata ai plebei e al popolo dei ceti bassi e quella ricca, dell’elite dominante dei patrizi in cui i “banchetti”, suddivisi in più fasi, richiedono almeno nove portate.
Nel nostro paese il cibo, con la sua varietà di piatti e ricchezza culturale, rappresenta un’opportunità economica e turistica molto importante rispetto agli altri paesi europei ed extraeuropei.